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Il Teatro Municipale “Giuseppe Verdi” è un vero tempio della musica e del bel canto. L’esigenza di avere un teatro comunale nella città di Salerno nasce già intorno al 1840, individuando nell’area di Santa Teresa la zona ideale per far sorgere la struttura, ma controverse questioni burocratiche legate al dominio borbonico ne ostacolano l’avvio dei lavori.

Dobbiamo aspettare infatti il 1863, quando il Sindaco Matteo Luciani, famoso per essere un membro della Massoneria, decreta l’avvio dei lavori. Bonaventura Della Monica e l’impresa Avallone si affiancano all’allora Direttore dei lavori Fiorillo, per sostenere con i loro capitali la complessa opera.

L’edificio viene completato nel 1869. La struttura lignea dispone di quattro ordini di palchi e un loggione, riproponendo lo schema compositivo neoclassico del Teatro alla Scala di Milano e del Teatro San Carlo di Napoli. Il teatro è dotato di 307 posti in platea e 300 posti nei palchi.

La sua decorazione viene affidata al maestro dell’immagine Gaetano D’Agostino, che si fa affiancare dalle firme più prestigiose delle Accademie napoletane. Particolare è la vicenda sul talentuoso pittore Di Criscito, a cui fu affidata la decorazione del soffitto ligneo, che con le sue Muse che accompagnano il maestro Gioacchino Rossini, scandalizza la cronaca dell’epoca. Francesco Saverio Malpica in due lettere indirizzate ad un amico nel 1872, e poi pubblicate, le definì “donne grosse e grasse che dimenano natiche, gambe e braccia…”, indegne di qualsiasi pudico sguardo.

Le Muse non sono l’unico dettaglio “erotico” nelle decorazioni del teatro. Non tutti, infatti, sanno che sulla facciata esterna uno dei decoratori della squadra di D’Agostino si concesse di rappresentare un putto con il pene in erezione che insegue un altro angioletto.

Un’altra curiosità sulle decorazioni pittoriche del Teatro è quella che riguarda l’eliminazione di una rappresentazione di San Matteo, santo patrono della città, sostituito con una stella per volontà dell’allora Sindaco massone Luciani.

Tutti gli elementi decorativi hanno la funzione di introdurre lo spettatore all’interno di quello che è un tempio della musica e del bel canto. A questo scopo, al centro del peristilio è collocata una rappresentazione scultorea del Pergolesi morente, ad opera di Giovan Battista Amendola.

Menzione a parte merita il sipario, a cui è affidata la rappresentazione di un episodio del passato altamente simbolico per la città, che ne celebri orgoglio e grandezza. La realizzazione del sipario viene affidata a Domenico Morelli.

L’episodio prescelto è la cacciata dei Saraceni dell’871, quando i Salernitani, guidati dal principe Guaiferio, opposero resistenza agli invasori capeggiati dal violento Abdila. Morelli sceglie di raffigurare il momento in cui i Saraceni si apprestano a vendicare i loro soldati, ma si trovano ad affrontare l’esercito alleato delle tre città campane Salerno, Benevento e Capua.

Gli arcieri e le donne, dipinte negli otto cammei della cornice, simboleggiano l’eroica e vittoriosa resistenza di Salerno. Morelli prepara ben 24 bozzetti, prima di affidare la trasposizione dell’opera sul telone di sipario, lungo circa 122 metri. Giuseppe Sciuti, siciliano di Zafferana Etnea, sarà colui che dipingerà tutte le figure, mentre Ignazio Perricci, architetto di Monopoli di Bari, elaborerà la preziosa cornice con i medaglioni giallo-azzurri che rappresentano, nell’ordine da destra verso sinistra per chi entra in sala, Vincenzo Bellini, Domenico Cimarosa, Giovan Battista Pergolesi, Carlo Goldoni, Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti, Vittorio Alfieri, Torquato Tasso, Dante Alighieri, Michelangelo Buonarroti, Raffaello Sanzio, Giotto, Leonardo da Vinci, Andrea Sabatini, Benvenuto Cellini, Salvator Rosa e Giuseppe Verdi.

Il Teatro viene inaugurato nel 1872 con “Il Rigoletto” di Giuseppe Verdi, a cui nel 1901, anno della sua morte, viene intitolato il Teatro.

Dopo il terremoto del 1980 il Teatro Municipale “Giuseppe Verdi” resta chiuso per ben 14 anni in cui si realizzano complessi lavori di restauro, ma con la sua riapertura nasce anche l’Orchestra Filarmonica Salernitana, che regala stagioni liriche di grande pregio alla città, fino alla consacrazione del 2007, anno in cui Daniel Oren arriva alla guida dell’orchestra. Grazie a lui l’orchestra ha lavorato in produzioni liriche dall’altissimo valore artistico, con protagonisti come Renato Bruson, Roberto Bolle, Uto Ughi, Salvatore Accardo e moltissimi altri.