Seleziona una pagina

Santa Maria de Lama

Santa Maria de Lama rappresenta una tappa imprescindibile per chi visita il Centro Storico della Città di Salerno.

Collocata sui gradoni della Lama, uno dei tanti torrenti che attraversavano la città a partire dal monte Bonadies e che oggi è interrato, la Chiesa di Santa Maria de Lama è un tesoro nascosto perché conserva l’unica attestazione della pittura longobarda in città.

Si può raggiungere a piedi percorrendo il decumano di Via Tasso o salendo per una stradina stretta da Largo Sedile del Campo.

Il primo documento che cita la chiesa è del 1055; essa è probabilmente un edificio di culto nobiliare, forse voluto da una committenza amalfitana o dalla aristocrazia longobarda.

Attualmente chiesa si presenta strutturata su due livelli.

L’ipogeo, che è la chiesa originale, si presenta con una pianta orientata a Est, con colonnelle e una serie di affreschi di santi alle pareti. L’ipogeo nasce come cripta, che cessò le sue funzioni dopo circa un secolo; fu sigillata e divenne un sepolcreto, in cui i corpi venivano gettati da una botola creata appositamente nel pavimento.

Gli affreschi sono il fregio unico ed eccezionale dell’ipogeo, e testimoniano stratificazioni di epoche differenti, a testimonianza anche dei diversi interventi di ristrutturazione che la Chiesa ha subito nel tempo, il più importante dei quali probabilmente avvenuto nel XIII secolo, in relazione con la chiesa superiore, che ne cambiato l’orientamento.

Il primo ciclo di affreschi, nella parte inferiore, può essere datato al X-XI secolo, e nella teoria di Santi si distinguono chiaramente un Sant’Andrea, patrono d’Amalfi, che testimonia appunto la presenza di una comunità amalfitana, probabilmente deportata in città dal principe Sicardo per fini commerciali, e un San Bartolomeo, con la mano benedicente ed un volume dalla croce gemmata.

Il secondo ciclo pittorico adorna l’abside semicircolare, e qui si riconoscono un giovane Santo Stefano e quella che si pensava fosse Santa Ranegonda, che ogni probabilità potrebbe essere un giovane San Leonardo.

Al livello superiore la chiesa presenta una pianta longitudinale divisa in tre navate con colonne di spoglio e, come detto, si tratta di una ristrutturazione del XIII secolo. Il campanile è invece del Seicento, mentre della fine del XV secolo sono i due affreschi su colonne, uno dei quali rappresenta un Cristo ottimamente conservato.

Oltre a delle tracce di opus reticulatum, si ritrovano anche mosaici affini a quelli del Duomo di Salerno.

Una chiesa dunque che rappresenta un’importantissima testimonianza del periodo longobardo, e che presenta, nelle diverse fasi costruttive e decorative, molteplici motivi di interesse.

La chiesa è visitabile soltanto il sabato e la domenica, le aperture e l’accoglienza dei turisti sono curate infatti dal Touring Club, che ha reso accessibile la fruizione degli affreschi anche a persone non vedenti, grazie alla riproduzione tattile con didascalia in braille.

Competenze

Postato il

12 Aprile 2022