Le Fornelle sono il cuore del centro storico salernitano, un rione antichissimo, come si desume da un diploma di Federico II di Svevia. Era principalmente il quartiere amalfitano e vietrese, in quanto vi furono trasferite molte famiglie di Amalfi durante il saccheggio di quella città nell’anno 838 ad opera di Sicardo, alla cui mano dobbiamo la trafugazione anche del corpo di Santa Trofimena.
I retroscena dell’impresa sono tutt’altro che chiari: la Historia S. Trophimenae, una fonte agiografica amalfitana, racconta che prima dell’attacco alcuni Amalfitani esponenti delle classi più elevate si trasferirono a Salerno, cercando di convincere i loro concittadini a seguirli.
Nel 1647 Salerno insorge contro gli Spagnoli e Ippolito da Pastena, il Masaniello Salernitano, si assicura il controllo della città. A dispetto del nome, il condottiero era nato nel proprio nel centralissimo rione Fornelle, e non nel quartiere Pastena come fu erroneamente ritenuto. Fu proprio la campana di S. Andrea de Lavina (link alla pagina), situata all’inizio del rione Fornelle, che diede il segnale della rivolta popolare condotta da Ippolito da Pastena.
In età borbonica l’espansione demografica e lo sviluppo urbanistico porta a demolire e ricostruire; il rione Fornelle arriva ad estendersi fino al sedile di Largo Campo, perdendo l’aspetto e la pianta longobardi che fino ad allora aveva conservato e che lo avevano caratterizzato.
Nel periodo fascista la città di Salerno subisce grandi trasformazioni. Nel 1937 viene approvato il piano regolatore redatto dall’arch. Alberto Calza Bini, che prevede risanamenti ed ampliamenti. Viene indicata dettagliatamente l’opera di bonifica da realizzare, dal rione San Giovanniello, la Fiera Vecchia, i Barbuti fino alle Fornelle e a Sant’Agostino. Ma del Piano quasi nulla si realizza a causa della guerra.
A stravolgere quindi completamente la fisionomia del quartiere Fornelle è l’alluvione del 1954, dopo la quale si rese necessario effettuare degli abbattimenti.
Data la particolarità delle vicende e la posizione del rione, le Fornelle sono state per anni un quartiere quasi a parte, semi-abbandonato e pericoloso. Dopo i massicci interventi di risanamento e restauro che hanno interessato tutto il Centro Storico, la situazione è cambiata. Oggi sui muri del quartiere Fornelle si ammirano dei bellissimi murales, o street art, molti dei quali riportano le parole delle poesie di Alfonso Gatto. Sono vere e proprie opere d’arte, che hanno rivitalizzato il quartiere.
Oggi come allora, quando le Fornelle erano abitato dagli amalfitani, il rione è abitato da famiglie che da sempre abitano quei luoghi e che vivono come in una piccola comunità, proprio come avviene nei paesi.