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Duomo di San Matteo

La cattedrale di Salerno è forse il monumento più illustre della città. Fu fatto costruire in stile romanico tra il 1076 e il 1085, dopo la conquista della città da parte di Roberto il Guiscardo, mentre era arcivescovo Alfano I, poeta e medico della famosa Scuola Medica Salernitana. I progetti iniziali più modesti, furono ampliati successivamente con il ritrovamento delle spoglie di san Matteo, tumulate nell’antica chiesa il 4 maggio 954 e venute alla luce con la progressiva demolizione di questa. Fu consacrata nel giugno del 1084 dal papa Gregorio VII, ospite in esilio della città.

Costruita su un’omonima chiesa paleocristiana dedicata a santa Maria degli Angeli, sorta a sua volta sulle rovine di un tempio romano, nel corso dei secoli è stata più volte modificata, quasi completamente all’inizio del ‘700, ma i restauri più recenti hanno riportato alla luce il suo valore storico di architettura normanna.

La scalinata seicentesca esterna conduce alla Porta dei Leoni. Entrati nell’atrio, al centro troviamo una vasca d’età classica e riusciamo a scorgere da vicino il campanile romanico alto 56 metri del XII secolo, importante testimonianza della fusione bizantino-normanna del periodo. L’interno è stato ricostruito a seguito al terremoto del 1688, ad opera degli architetti Ferdinando Sanfelice, Arcangelo Guglielmelli e soprattutto Carlo Buratti romano, di origine ticinese, al quale si deve l’attuale aspetto interno e la volta ad incannucciata. Di recente è stato in parte riportato alla originaria struttura romanica.

Foto ©Massimo Pica

 

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Postato il

11 Dicembre 2019