La Chiesa di Sant’Apollonia è un luogo di culto cattolico oggi sconsacrato. La sua intitolazione alla santa protettrice dei denti è di antica origine, circa XI secolo, come testimoniano gli affreschi tardomanieristici della volta dal corpo longitudinale.
La datazione della sua architettura dovrebbe ricadere a cavallo fra il XVI e XVII secolo. La sconsacrazione della chiesa avvenne a metà del Novecento. La Chiesa di Sant’Apollonia, come la maggior parte delle chiese dell’epoca, è andata definitivamente in rovina con il terremoto del 1980.
Fu restaurata nel 1994, ed oggi è stata restituita al pubblico come sala per attività culturali.
La Chiesa di Sant’Apollonia presenta una pianta centrale, il portale d’ingresso è ad arco e ricorda strettamente quello disegnato da Francesco Solimena per San Giuseppe de Poveri a Napoli, mentre la struttura dell’altare maggiore è in stucco e potrebbe risalire al 1736, data ricordata su una lapide interna per la benedizione di due altari laterali raffiguranti, nell’ordine, la Risurrezione, l’Ascensione di Gesù, la Pentecoste.
foto di Di Roquejaw – Opera propria, CC BY-SA 3.0 (fonte: Wikipedia)
La cupoletta è decorata con pitture che in origine dovevano raffigurare il Paradiso, con teorie di santi, secondo una consuetudine diffusa dopo la seconda metà del Settecento, mentre diversi resti di dipinti barocchi popolano comunque l’interno della chiesa.
Santa Apollonia, vergine e martire di Alessandria d’Egitto è una santa invocata in tutti i malanni e dolori dei denti. Ella subì, infatti, il martirio durante la persecuzione di Decio, quando la confessione del suo amore per Gesù le costò la vita. Le furono rotti tutti i denti e fu condannata ad essere bruciata viva su una grande catasta di legna tra una numerosa folla di pagani, come si era soliti fare con i cristiani.
Questa santa martire ha trovato sempre molta devozione nella città di Salerno, dove viene spesso invocata dai credenti, specialmente in caso di pericolo.