La Chiesa di San Giorgio è senza dubbio la più bella chiesa barocca esistente a Salerno, un monumento meraviglioso come pochi. La chiesa faceva parte fa parte di un complesso di monache benedettine, tra i più antichi insediamenti monastici di Salerno, risalente all’epoca longobarda degli inizi del IX secolo. A questo periodo appartengono anche i resti degli affreschi absidali, recentemente scoperti nella chiesa.
L’evoluzione della vicenda monastica arriva alla fine del XVI secolo, ed in particolare nel 1589, quando a San Giorgio vengono trasferite tutte le monache degli altri monasteri benedettini in città: Santa Sofia, San Michele e Santa Maria Maddalena.
L’anno dopo iniziarono i lavori per il nuovo monastero, denominato “di San Giorgio e Santo Spirito”.
Nel 1674 l’antica chiesa di San Giorgio venne demolita e venne costruita l’attuale e il monastero venne soppresso con decreto napoleonico. Nel 1711 il monastero fu ampliato con un nuovo progetto elaborato da Ferdinando Sanfelice che, secondo quanto afferma Bernando De Dominici:
«”Fece la pianta nuova del Monistero delle Monache di S.Giorgio, che ne è terminato un braccio dalla parte della strada poblica, e considerando, che dovendosi fare sopra il refettorio il corridore colle celle delle suddette Monache, acciocché le mura poggiassero sul sodo diviso il detto refettorio in tre navi, una grande nel mezzo, e due piccole nelli laterali, col ponerci bellissime colonne di marmo accosto alle boffette, dove si cena, sopra le quali stanno situate le muraglie delle celle, e nella nave picciola vi hanno fatto certi loggini avanti a ogni cella , che sono riuscite magnifiche e comode. Nell’angolo della strada vi è situata una scala ottangolata, per la quale si ascende a tutti li dormitori superiori, e poi termina con un Belvedere dal quale si scuopre non solo la Città ma tutti i paesi convicini.”» |
Il 7 luglio 1866 il complesso venne definitivamente abbandonato dalle benedettine. Oggi lo stesso ospita le caserme dei carabinieri e della guardia di finanza.
Risale a questo periodo l’editto con cui il pretore di Salerno comunicò al prefetto che la chiesa di San Giorgio meritava di restare aperta al culto poiché «sotto tutti gli aspetti, cioè di vetustà, ornamenti e magnificenza, deve continuare ad essere aperta al culto dei fedeli».
Entrando nella Chiesa, non è difficile capirne il perché. L’interno della Chiesa di San Giorgio è riccamente ricoperto di affreschi e dipinti su tela che lasciano senza fiato. Con il restauro post-terremoto del 1980, al di sotto dell’attuale pavimento, sono riemersi i resti di una struttura absidale affrescata, anteriore al X secolo, resi visibili da un sistema elettrificato che solleva leggermente il pavimento.
L’interno della chiesa è a navata unica, coperta da volta a botte unghiata, con cappelle laterali, transetto rettangolare, sormontato da cupola, e uno spazio quadrato retrostante l’altare.
Gli affreschi che rendono la Chiesa di San Giorgio una delle chiese più belle e visitate della città di Salerno sono ad opera di Angelo e Francesco Solimena, e risalgono alla seconda metà del Seicento. Di Francesco Solimena, in particolare, sono le storie delle Sante Tecla, Archelaa e Susanna e il quadro con San Michele Arcangelo.
Ancora, degni di nota in questa mirabile Chiesa sono la tavola di Andrea Sabatini da Salerno con la Vergine col Bambino fra Sant’Agostino, Santa Scolastica, San Benedetto e un Evangelista, del 1523, gli stucchi indorati dell’artigiano vietrese Nicola d’Acunto, datati tra il 1694-1695, l’altare maggiore seicentesco in marmi policromi, con inserti in madreperla e rilievi in marmo bianco, con la statua di San Giorgio che uccide il drago, attribuito ai maestri carraresi Pietro e Bartolomeo Ghetti e, infine, la serie di dipinti, collocati sulla controfacciata e nel transetto, opera dei primi del 1700 di Giovanni Battista Lama, allievo di Paolo de Matteis.